Gratteri
Gratteri deriva dal greco kratèr che significa conca, bacino.
Originariamente fu una fortezza bizantina espugnata, tra l'835 e l'838, dalla popolazione musulmana.
Il primo nucleo abitativo sorse verso al fine del XIII secolo ad opera dei signori Ventimiglia, che costruirono un castello oggi distrutto. L'attuale insediamento urbano fu eretto nel XVI secolo sopra un territorio sul quale prima scorreva un torrente.
Secondo una descrizione di Benedetto Passafiume del 1645, la città era in quest'epoca suddivisa in un nucleo più antico, con un castello e circondato da mura accessibili da tre porte, che corrisponde al centro medioevale, e un nucleo più recente, che corrisponde alla successiva espansione avvenuta a partire dal XV secolo.
Il centro medioevale si articolava intorno allo scomparso castello con un tracciato viario piuttosto irregolare, in parte tuttora conservato. Dal castello, edificato sulla rocca di San Vito, era possibile controllare il territorio sottostante, fino alla costa.
La cinta muraria è ugualmente scomparsa, ma è possibile ricostruirne il tracciato orientale sul margine del torrente: le tre porte corrisponderebbero ai tre ponti per mezzo dei quali si accedeva al paese (ponte vecchio o "sottano", oggi ponte Silvio, ponte di Fantina o "di mezzo" e il ponte nuovo o "soprano") costruiti in momenti diversi nel corso dell'espansione dell'abitato medievale.
La principale via di accesso al paese era rappresentato da quella proveniente dalla contea di Collesano, con l'ultima parte del percorso scavata nella roccia del pendio occidentale della rocca, e diretta verso Gibilmanna e Cefalù.
L'asse urbano principale era costituito dalla "Via della Santa" (attualmente Via Carlo Alberto), tra il castello e la chiesa di San Nicolò. Da questa strada si diramavano delle vie secondarie spesso gradinate, che confluiscono ancora oggi in slarghi irregolari e vicoli ciechi.
Dai "riveli" (schedario parrocchiale) del XVI secolo si possono anche ricavare i nomi dei quartieri medioevali ("di la scala", "di San Vito", "di lo castello", "di la petra", "di la Santa", "di la terra vecchia", "di la bucciria vecchia", "di San Nicolò" e "di la porta 'ranni").
Nella seconda metà del XIII secolo sembra aver luogo lo sviluppo della zona presso la chiesa di San Leonardo.
Furono edificate nuove chiese (San Filippo nel quartiere "di la petra", San Giuseppe nell'area del castello e Santa Eufemia, oggi nel territorio di Lascari, la chiesetta di San Biagio al confine con il territorio di Cefalù e la chiesetta rurale di San Teodoro, nell'omonima contrada).
La chiesa di San Michele Arcangelo o "maggiore ecclesia", costruita nell'area del castello verso la metà del XIV secolo, divenne il nuovo centro del paese.
Nella seconda metà del XV secolo, la costruzione della chiesa di San Sebastiano diede origine ad una nuova espansione dell'abitato a sud-est del castello.
Nacquero i quartieri "di lu sciumi", "di Fantina", e "di San Sebastiano", collegati al nucleo medievale attraverso i tre ponti.
Alla fine del secolo sono probabilmente attribuibili la piccola chiesa del Crocifisso e quella di Santa Caterina, entrambe nel quartiere della "Scala".
A partire dal XVI secolo, l'arrivo dei frati minori conventuali, con la costruzione del convento (1500) adiacente alla chiesa di Santa Maria di Gesù, portarono ad una nuova espansione dell'abitato verso nord-est, in quella "parte nuova" di cui parla nella sua descrizione il Passafiume.